Quando si parla di vino in Emilia Romagna bisogna sempre considerare numerose questioni. Andiamo con ordine.
E’ una delle regioni vinicole italiane più grandi per estensione di ettari vitati. Vi si producono tanti vini di qualità, apprezzati in tutto il mondo. Qui la vite era conosciuta già in epoca preromana con il Lambrusco, il Fortana nella zona del Bosco Eliceo (in provincia di Ferrara) ed il Sangiovese in Romagna.
Dal punto di vista enologico si suddivide in due aree geografiche e culturali distinte, con terreni e climi molto diversi:
- in Emilia (cioè da Bologna in su) il clima è più rigido, definito semi-continentale,
- in Romagna c’è un clima più mite e si gode dell’influenza del mare adriatico.
Ecco una splendida mappa, con l’identificazione di tutti i vini con denominazione di origine, presa dal sito dell’Enoteca Regionale dell’Emilia Romagna (FONTE):
C’è una netta distinzione da fare tra i territori collinari e quelli di pianura. Normalmente in collina si riescono ad ottenere risultati migliori, sia per via dei terreni più vocati che per via della ventilazione e delle escursioni termiche. Inoltre in pianura ci sono delle produzioni industriali che puntano più alla quantità che alla qualità.
Bisogna però certamente ammettere che, negli ultimi anni, è aumentata la produzione di vino di qualità anche in pianura. Ormai tanti viticoltori adottano i principi dell’agricoltura biologica o biodinamica, producendo ottimi vini naturali. (Promemoria sulla classificazione dei vini qui: https://www.botrytisenoteca.it/le-classificazioni-del-vino/)
Una curiosità: seppure i romagnoli siano riconosciuti come persone spumeggianti, mentre gli emiliani con un carattere più chiuso, la maggior parte dei vini frizzanti e spumanti della regione si producono in Emilia. Al contrario, la Romagna è apprezzata per i vini bianchi e rossi fermi.
I vini emiliani
Partendo da nord, nella zona dei Colli Piacentini si coltivano Barbera e Bonarda. Da queste uve a bacca rossa si ottengono dei vini rossi frizzanti, ma anche squisiti vini fermi da invecchiamento. Uno su tutti il Gutturnio (una delle prime DOC in Italia). Tra le uve a bacca bianca troviamo l’Ortrugo (vino DOC) e la Malvasia aromatica di Candia. Quest’ultima in comune con i Colli di Parma ed i Colli di Scandiano e di Canossa.
Scendendo lungo la via Emilia si attraversano le province di Parma, Reggio e Modena dove troviamo il principe Lambrusco. Proprio il Lambrusco merita un approfondimento, che sarà fatto in un altro articolo. Il termine indica una serie di vitigni, con caratteristiche molto diverse tra loro. Da questi si ottengono diversi vini DOC, come il Lambrusco di Sorbara, il Grasparossa di Castelvetro e il Salamino di Santa Croce.
Proprio di questi giorni è la notizia della classificazione di alcuni lambruschi come spumanti tra i più buoni del mondo! (FONTE)
Allontanandosi dalla via Emilia, verso Nord, troviamo nella zona costiera in provincia di Ferrara la DOC Bosco Eliceo. Qui siamo nel territorio dei Vini delle Sabbie, terreni dove si coltivano viti tra le brezze profumate e la macchia mediterranea. Il vitigno più rappresentativo è il Fortana. Detto anche Uva D’Oro, da Cote d’Or in Borgogna, da dove Renata di Francia l’avrebbe portato in dote al Duca d’Este.
Quando si arriva sui Colli Bolognesi, troviamo lo storico Pignoletto, bianco caratteristico vinificato fermo o frizzante, mentre invece la Barbera risulta molto coltivata tra i rossi.
I vini romagnoli
Arrivando in Romagna il panorama cambia, ci si può avventurare tra le tante colline di Faenza, Forlì, Cesena, Rimini, tra calanchi e vigne. Si può anche assaggiare un ottimo olio extravergine di oliva.
Qui il re dei rossi è il Sangiovese con le sue diverse espressioni. Vinificato in acciaio e imbottigliato giovane, affinato in legno con tanti anni alle spalle, fino alla versione nuova rappresentata dallo spumante metodo classico.
Tra le uve a bacca bianca, l’Albana e il Trebbiano Romagnolo sono di sicuro i protagonisti. Il primo vitigno di solito dà origine a vini più robusti. Vinificati in maniera tradizionale oppure con una macerazione lunga sulle bucce, affinati in anfora o ancora da vendemmia tardiva e leggermente botritizzati (https://www.botrytisenoteca.it/enoteca-ferrara-origine-del-nome/).
Spesso si fa riferimento all’Albana come un vino rosso travestito da bianco. Il Trebbiano veniva considerato, fino a poco tempo fa, il vino leggero quotidiano, ma ultimamente, diversi vignaioli sperimentano molto, rendendolo molto accattivante.
Meritano una citazione due vitigni autoctoni della Romagna, il bianco Famoso ed il rosso Centesimino. Entrambi conquistano il naso ed il palato con la loro aromaticità caratteristica.
Bisogna anche dire che in tutta la regione vengono coltivati i vitigni internazionali come Sauvignon e Chardonnay. Possono far parte di ottimi blend o essere vinificati in purezza. Tra i rossi invece troviamo Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot. Quest’ultimo il più facile da coltivare, per la sua capacità di adattarsi a tutti i climi e quasi tutti i terreni.
Abbiamo visto come dal punto di vista enologico ci siano grandi differenze tra le aree geografiche Emilia e Romagna. Anche dal punto di vista gastronomico ci sono differenze, come possono essere i formaggi freschi romagnoli e quelli tipici stagionati emiliani. Oppure la prevalenza di maiale nel nord della regione contro il consumo di agnello e pesce nella parte meridionale. Tuttavia si trovano anche dei punti in comune come ad esempio il pane alternativo, che cambia nome a seconda della provincia. In sostanza si divide tra quello fritto (gnocco, pinzini, torta fritta…) e quello alla piastra (piadina e cresce).
Il vino in Emilia Romagna vanta una storia secolare e bisogna essere fieri dell’evoluzione moderna. Una regione, ma due territori diversi, dove si producono ottimi vini e spumanti!
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